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del cav. di s. quintino 231

e, solleciti indagatori, nulla dobbiamo lasciar intentato per iscoprirne l’età, per determinarne le epoche; ed illustrandole e paragonandole a vicenda, far progredire rapidamente la scienza: chè vantaggi grandissimi da queste scoperte sono per derivarne alla Cronologia, alla Storia de’ popoli ed a quella delle arti.

Con questo scopo io ho scelto, come argomento de’ miei Studi, due monumenti di questa collezione già per se stessi molto pregevoli, ma pregiabilissimi per la loro età ben avverata, e per le conseguenze che quindi se ne potranno dedurre: e di questi appunto intendo ora di ragionare.

Il principale di quei due monumenti è la maggiore fra le statue colossali che fanno parte di questo regio museo, la quale, a mio giudizio, è ciò che vi sia di più vetusto, e ad un tempo di più prezioso fra il numero grandissimo di cose antiche egiziane scavate e raccolte con tanta spesa e premura sulle sponde del Nilo dal nostro Cav. Bernardo Drovetti, Console generale per S. M. Cristianissima in Alessandria.

L’altro monumento è la mummia di un bambino egizio fregiata sulla cassa di una doppia iscrizione, cioè di un epitafio in lingua greca, e di una leggenda in caratteri geroglifici; oltre due piccoli manuscritti ieratici sopra papiro, aderenti alle fasciature esteriori del cadavere imbalsamato. Il greco epitafio porta la data dell’anno settimo di Adriano Imperatore; io tengo perciò questa mummia per la cosa di certa epoca la meno antica che sia nella stessa collezione, fra quelle almeno che, poste a confine colle cose cofte, conservano ancora, benchè alquanto alterati, tutti i caratteri, i simboli e lo stile delle opere egizie, quali furono in uso, fin da’ tempi più remoti, nella propria contrada.

Ed in quanto al mentovato colosso basta gettare uno sguardo sulle sue forme, con molta verità recate in disegno nella tavola prima prima qui annessa, e considerare il numero delle sue leggende per vedere come sia degno dell’attenzione degli Eruditi, e come ne possa riuscire vantaggiosa una qualche illustrazione, sia per dar