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18. I professori erano distinti in tre classi. I primi doveano essere uomini di chiaro grido che avessero già letto almeno per dieci anni in qualche celebre Università.

I secondi doveano aver insegnato almeno per quattro anni nella classe inferiore.

I lettori di quest’ultima classe, cioè gli straordinarii, quelli d’istituta e di logica, con alcuni altri, poteano esser eletti fra giovani, che avessero date prove d’ingegno e di dottrina.

I professori erano condotti per quattro anni; ad ogni nuova condotta cresceva il loro onorario per modo che i due primi professori di legge aveano, l’uno ottocento scudi d’oro, l’altro seicento. Aimone Cravetta, famoso professore di leggi, ebbe fino a mille dugento scudi di assegnamento. La qual somma, quand’anche non fosse stata di scudi d’oro, ma solo di scudi d’argento, corrisponde, per lo meno, in valore intrinseco a tredici mila franchi d’oggidì, ed in valor di derrate a diciotto mila.

19. Nel mdlxxi avea l’Università due professori di teologia, due di canoni, quattro di jus civile, due d’istituta, due di jus criminale, uno di jus feudale, uno delle autentiche, uno de’ tre ultimi libri del codice, uno di arte notariale, e quattro straordinarii di legge; in medicina, due di teorica, due di pratica, uno per le opere di Almansor, uno di notomia, uno di botanica; nelle arti,