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154 osservazioni

di tutte la più doviziosa e potente. Ora, osservando io che, presso gli scrittori de’ secoli di mezzo, Libarna non è più conosciuta con altro nome fuorchè con quello di Antiria, Antilia, ovvero Attilia, mi do facilmente a credere che quando quella città, dopo le tante irruzioni de’ Barbari, appena si mostrava ancora fra le sue ruine, dimenticata l’antica sua denominazione nella confusione dei secoli quinto, sesto e settimo, non fosse più altrimenti chiamata che col nome della maggiore e miglior parte de’ suoi abitanti, vale a dire col nome di città o borgo degli Attilii; quindi Antilia, ovvero Attilia, come è detto dianzi. Non saprei veramente in qual altra maniera dar ragione di un sì fatto cambiamento; lascierò per altro che ciascuno faccia di questo mio pensiero quel conto che gli parrà meritarsi.

Prima di dar fine a queste osservazioni soggiungerò ancora, in grazia di chi ama di esaminare le opere degli Antichi anche ne’ loro materiali, che fra i mucchi di sassi che ingombrano tuttavia alcune parti dell’antico suolo di Libarna, molti se ne vedono che hanno servito alla decorazione degli edifizi di quella città; cioè avanzi di pavimenti a lastre od a tasselli, frammenti di colonne, di cornici, di capitelli ec. Fra que’ rottami ho ravvisati assai frequenti i marmi statuari di Paros, di Luni, ma più d’ogni altro quello di Populonia; ho osservati vari bei marmi brecciati, di cave ora sconosciute, e più varietà di serpentini, non diversi da quelli che s’incontrano talvolta nel letto della vicina Scrivia. Ma, ciò che è più degno d’attenzione, ho trovato fra le altre pietre, ed ho portato meco un pezzo di diaspro a zone alternate verdi e rosse assai belle e vivaci. Questo raro minerale potrebbe essere stato portato colà dai monti della Rocchetta, feudo Modanese, distante poche ore di cammino dal Borghetto di Vara, nella provincia della Spezia, dove il chiar. sig. Domenico Viviani, professore di Botanica e Storia naturale nella regia università di Genova, ne ha osservato del somigliante: ma per la vivacità de’ colori il diaspro libarnese supera assai quello della Rocchetta, e si può mettere a paragone con