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58 eroidi di ovidio


Differenti in questo particolare dal girovago, come lo chiama Santander, Piemontese nostro Jacopino Svigo al quale piacque onorati di sue stampe alcuni de’ più notabili luoghi, che nel suo ritorno in patria da Venezia, ove per forse dieci anni aveva esercito l’arte di stampare, s’incontrarono nel suo passaggio. Note quindi sono e la Somma Pisanella colla data di Vercelli 27 ottobre 1485, la Somma Angelica del Carletti di Civasso 13 di maggio 1486, ed i comentari del S. Geminiano sopra il sesto delle decretali di Torino 10 aprile 1467. Se non che, per quanto s’appartiene all’edizione di Vercelli, havvi luogo a fortemente dubitare, non venisse ivi da esso eseguita, ma che portato seco da Venezia alcuni esemplari della Somma Pisanella della stampa eseguitane ai 28 di marzo dell’anno Stesso dal Paganino di Brescia, e dall’Arrivabene di Mantova, giunto a Vercelli col solo cambiare alcuni foglietti: siccome cosa uscita da’ suoi tipi ivi la divulgasse. Le ragioni del mio credere si deducono dalla perfetta uniformità de’ tipi delle due edizioni, in quanto spetta alla forma de’ caratteri, qualità della carta, e numero delle pagine: dal comprendersi in amendue le stesse cose, nè più nè meno, dall’inutilità dello ristampare in Vercelli un’opera costosa, la quale sette soli mesi prima erasi in numero stampata in Venezia. Peso anche maggiore accrescerà il sapersi che una tale industria non era del tutto ignota allo Svigo, avendosene un altro patente esempio nella veneta edizione della Pratica Giudiziale del Deferrari, cui premise lo Svigo una dedica propria, e quale cosa sua la indirizzo al paesano di lui, il consigliero Ducale Pietro Cara di S. Germano. Di fatto dice il Vernazza1: lo Svigo non dice che il libro fosse impresso da lui: d’onde par verisimile che egli portasse nel suo fardello diversi esemplari di alcuna di quelle tre edizioni di Venezia, (1473, 1478, 1484) e che qualche pagina vacante venisse da lui riempita colla sua dedicazione; industria ch’io credo usata anche da altri erratici stampatori, i quali per oggetto de’ loro

  1. Memorie manoscritte.