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del barone vernazza 43

sull’altare nell’oratorio di S. Paolo in Torino: l’altro e un’Epifania nel Carmine di Moncalieri. Il primo non ha data di anno, e solamente il Tesauro espone che fu dipinto circa il 15301, il che lascia presumere, che fosse cominciato nel regno di Emanuel Filiberto. Il secondo ha la data del 1592, col ritratto di Barlolomeo Pisio da cui fu ordinato, il quale in allora era in età di 18 anni: il ritratto è in fondo. Ma niuno di essi due insegna la patria dell’Ardente, nè che ei fosse pittore della Corte di Savoia. Bene scrisselo di se nel 1784 il Pecheux nel suo quadro, che sta nella metropolitana di Pisa.

Or senza i monumenti, ch’io son per addurre, come si potrebbe asserire, che l’Ardente abitasse molti anni in Torino?

Parlando in genere, il Guichenon2 dice che Emanuel Filiberto nel 1573 applicossi à aggrandir son palais de Turin à l’embellir de foutaines d’acqueducs de bois de parterres, de statues, et autres ornemens: e per suoi mallevadori allega il Pingone, ed il Toso; ma nominato non è alcun nè pittore, nè statuario. Sicchè può essere che l’Ardente lavorasse od a fresco, od in tele per ornamento de’ Reali palazzi. Ma determinar questa o quell’opera non è possibile. Ho letti molti inventarii della Regia suppellettile in diverse ed antiche età, ed ho veduto in essi registrati innumerabili ricchezze d’ogni genere prezioso, delle quali, per la moltitudine difficile da mantenere intatta non si sa più novella. Ma quanto alle pitture, sono pochissime quelle di cui sien detti gli autori. Una descrizione ho copiata, memorabile ed assolutamente rarissima, di una pittura del 1474, fatta in Ivrea per ordine della vedova Duchessa Giollanda3, descrizione che potrei recitare in un’altra adunanza quando pur vi piacesse, o Signori, ascoltarla.

Nella Regia pubblica Biblioteca son due collezioni di ritratti

  1. Compagnia della Fede Cattolica. Tav. 1657. pag. 174
  2. H G, p 631.
  3. Guich 557 in fine.