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| 236 | esperienze analitiche |
semplice riposo, lo vuotai con una leggera inclinazione in un altro vaso bianco di porcellana: a malgrado di tali precauzioni, gran parte della materia, somigliante alla crema, si sciolse nel liquore, che divenne perciò più denso e bianco. Esaminato con diligenza il vaso in cui mi fu portata la suddetta materia, se mai vi fosse rimasto qualche sedimento, non ve ne vidi nè punto, nè poco: restò solo aderente alle pareti del medesimo qualche striscia sanguigna, di cui non tenni alcun conto.
In questo stato di cose disperando di poter avere isolata la crema restante, che trovavasi ancora nel liquore, vuotai il tutto sopra un pannolino, ove essa finì di sciogliersi interamente, e tutta passò colla semplice premitura, non rimanendo separata dal resto, che una sostanza nel colore, e nell’apparenza simile presso a poco alla midollare del cervello, alquanto di questa più molle, mescolala con sottili fili sanguigni; ed ebbi in una bottiglia un liquore precisamente simile al latte, che aveva un peso specifico maggiore dell’acqua distillata, essendo alla medesima come 12 a 10, inodoroso, e dolce-scipito.
Esame chimico del suddetto liquore latteo.
1.° Provato col liquore latteo descritto il siroppo di viole, e la tintura di tornasole, nè l’uno nè l’altra furono soggetti ad alterazione alcuna.
2.° Poche goccie d’acido solforico diluto, versato sopra una piccola porzione del medesimo vi produssero una pronta separazione; si vide tosto galleggiare, quindi deporsi nel fondo una materia bianca in grumi; ed il liquore sopranuotante prese una leggera tinta verdognola. L’istesso effetto si ebbe coll’acido nitrico.
3.° L’acqua di calce, la soluzione di barile non vi produssero il benchè menomo cangiamento, e precipitalo: parve soltanto essersi alquanto inspessito il liquore, coll’ammoniaca specialmente.
4.° Il nitrato di mercurio non vi cagionò che la separazione di una sostanza in grumi come gli acidi, ma il liquore sopranuotante tardò molto a rischiarirsi.
