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quello che conta più, al grande movimento della linea principale da Milano a Venezia, poi al movimento tra Milano e Bergamo, infine al movimento tra Milano, Cremona, Crema e Lodi per la progettata diramazione da Treviglio a Cremona.

Il transito dunque della linea per Monza non ha che una sola fonte di lucro; quello della linea per Treviglio ne ha molte e ricche, sicchè la tariffa del transito per la linea di Treviglio dovrà essere, non per rivalità di concorso, ma per giustizia, più bassa di quella della linea per Monza.

102. Or dunque, se delle quattro condizioni favorevoli alla preferenza di concorso tra due linee rivali, le tre prime, la sicurezza, la facilità, la brevità del viaggio, sono pari nelle due linee di Monza e Treviglio, e la quarta, l’economia del transito, è favorevole alla linea di Treviglio, a quella della Società lombardo-veneta, si potrà concludere che anche per le due linee tra Bergamo e Milano le condizioni di concorrenza militano a favore della linea lombardo-veneta, e che quindi se vi è pericolo in questa concorrenza, vi è sicuramente per la linea di Monza, e non per quella di Treviglio.

[XXVII. Quale seconda concorrenza:
   non doversi temere l’ottenuta concessione provvisoria della diramazione da Treviglio a Bergamo;
   fosse anche temibile, essere ancora di poco conto a petto del danno che avrebbe la Società lombardo-veneta dallo sviamento della linea principale per Bergamo, e dalla divisione della Società in due.]

103. Come vedemmo (§ 83), il danno che ne verrebbe alla prosperità pubblica ed alla Società lombardo-veneta dall’abbandono della prima linea, da quella per Treviglio e Chiari, sarebbe in parte la fortuna particolare della linea seconda, di quella per Bergamo e Monza. Quelli dunque che a questa danno opera non risparmiano pratiche, non mezzi atti a traviare le opinioni e le persuasioni degli azionisti della prima, ed a spaventarli con minaccie di concorrenze. Per questo immaginarono da poco una concorrenza nuova, una strada di ferro da Bergamo a Brescia per Palosco. La domanda è appena fatta, e s’aggira ancora tra gli uffici provinciali e governativi.

104. Noi crediamo che, quando pure quella domanda giugnesse agli aulici Dicasteri ed al trono di Sua Maestà, non sarebbe esaudita. I fatti e gli argomenti sopra i quali questa nostra credenza si fonda sono i seguenti.