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canna del cammino poi si scarica il vapore che ha posto in moto i due stantuffi dei due cilindri, aiutando così la corrente dell’aria che va dal focolaio al cammino. Quanto più la macchina corre, tanto più l’aria esterna soffia dal di sotto della gratella nel focolaio, e tante più volte i cilindri scaricano, in un tempo dato, vapore nel cammino; sicchè per queste due cagioni vi è nelle macchine locomotive uno stretto legame tra la rapidità della corsa e l’intensità della combustione e della evaporazione.

Quando si discende dai piani inclinati, si corre con una velocità almeno eguale a quella con cui si corre nei piani orizzontali; e questa corsa, questa velocità ha una grande influenza sulla intensità della combustione e della evaporazione, ed è quindi un forte ostacolo a chi si proponesse di moderarle per guadagnare nelle discese il più che speso si fosse nelle ascese.

E il risultato a cui conducono i tre argomenti suddetti è confermato tutto giorno dalla esperienza, ed è noto a quanti percorrono strade di ferro.

Il signor John Hawkshau, nel suo rapporto intorno alla strada ferrata inglese da Londra a Bristol (Great-Western Railway), dichiarò

«Che, sebbene rimanga ferma la conseguenza che coi declivii ripidi vi è nell’ascendere aumento, e nel discendere diminuzione di resistenza nell’egual proporzione, pure l’esperienza ha dimostrato che, eccetto quando i declivii sono molto lunghi, non si può nel discendere trar partito dalla diminuita resistenza, in quanto al vapore; perchè, quantunque non occorra la stessa forza, se ne perde una grande quantità col giuoco della valvula di sicurezza».

E nell’opera del signor Seguin, intitolata: Della influenza delle strade di ferro, e dell’arte di tracciarle e di costruirle, si legge (pagina 138 edizione di Bruxelles):

«Le pendenze sulle quali i convogli discendono pel solo effetto della gravità non sono quelle che riescono le più van-