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XV.
E poco prima, che gli fosse proibito di medicare, voleva compromettere uno, il quale vendesse un certo suo principal rimedio contro l’epilessia, e vi avea fissato un gran prezzo, dicendo: ho bisogno di ristorarmi dalle disgrazie, che soffersi in Parigi in mezzo alle catene, alle lagrime, e ad ogni sorta di persecuzione. Alcuni poi lo dissuasero, tra se pensando, che tendesse la sua rete, e che sarebbero presi in essa molti uccelletti. E venne un gobbo pregando lui umilmente: Signore, che, come si dice, risani ogni malattia, leva da me questo peso. Girando sopra di lui lo sguardo Cagliostro gli disse: poni sul tuo gobbo una lastra di ferro di quattro libbre, e ogni giorno restavi sotto per lo spazio di sei ore, e il nono giorno non verrà, che la tua gobba sarà smarrita. Era poi presente un certo medico, il quale, dicendo queste cose Cagliostro, faceva cenno a lui col riso. Dopo l’interdetto poi di Cesare non attendeva ad altro, che a ricevere gli amici, ed a milantare le dovizie della sua sapienza. Diceva poi a loro: se qualcheduno non guarì bene dalla peste del malvagio piacere, io senza l’opera d’una donna,