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di un certo Pompeo, il quale fu Pretore nella città, e questa cadeva frequentemente, e si percuoteva fremendo, e mandava schiuma, e il nome della ragazza era Elisabetta. E gli prescrisse di prendere un vomitorio, e la licenziò. Similmente fece poi con un’altra nobil Donna isterica, la quale dalla Germania era a lui venuta, persuasa da certa Donzella sua amica. Imperocchè questa riferì alla Signora le cose fatte da lui in Argentina, e in qual modo di repente risanasse suo fratello, cui i medici volevano tagliare un braccio per una cancrena, e ricuperasse col figlio una puerpera, cui preparavano di tagliare l’utero (poichè stava morendo) col solo instillare dell’elixir. Per la qual cosa, e per molte altre virtù gli Strasburghesi fecero fare il suo ritratto, sottoscrivendo in lingua francese alcuni versi in sua lode. Ed essendo entrata da lui la Donna Principessa di rango fra i Tedeschi, la quale era assai bella e saggia, alzandosi Cagliostro le diede una copia del suo ritratto, che gli avevano fatto gli Strasburghesi, dicendo: ecco io sono teco dovunque, per tutti i giorni. E con nessun altra fece questo. Mormorava dunque in quel giorno tutto il popolo, e gridava: gran cose di lontano ven-