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scritto che tale fosse il di Tono: ma pure il nome di potente che gli è dato nelle Memorie di famiglia, e i favori accordati a’ suoi figliuoli dagli Austriaci, m’inducono a credere che l’Antonio della Val di Non menzionato dal da Porto sia stato Antonio III di Tono. Forse io m’inganno; ma spero che non si vorrà darmi biasimo se procurai d’indovinare chi sia stato quel Naune che col Bagliardo fece grandissima paura ai Veneziani.

Ildebrando, figlio di Gaspare, fu capitano al servizio di Carlo V, e morì in battaglia il dì che presso a Pavia restò prigione Francesco I re dei Francesi. Iselin, all’artic. Thunn, associa ad Ildebrando un altro Tono, appellato Rodolfo, e dice che avevano ambidue il rango di colonnello.

Caterina, figlia di Giacopo, e cugina d’Ildebrando, fu per anni cinquantuno badessa di Sonnenburgo, monastero in Pusteria, e si acquistò lode di saggezza e prudenza. Sonnenburgo fu dotato dai nauni Conti di Flavono, e per ciò il Vescovo di Trento ne diede, l’anno 1214, l’avvocazia ad Odorico e Gabriele di Flavono. (Mem. di F. e Bon.)

Simone di Tono, canonico di Salisburgo e Decano di Trento, ristaurò, 1570, la parrocchiale di Rendena. Questi fu, dall’anno 1531