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terazione,anche piccola e creduta insignificante, può col tempo essere causa di incertezze, e arrecar danni.

Il suddetto Belvesino, figlio di Guarimberto, finì di pagare, nello stesso anno 1321, il prezzo di un podere in Provès, che Concio e Simone di castel Tono avevano comperato nel 1316 dai signori di castel Zoccolo e da quelli di Cagnò, chè il possedevano indiviso. (Arch. di Castelthunn.) Fu egli forse questo compratore Belvesino che diede il nome al castello edificato sul dosso delle vedute?

L’anno 1391 il vescovo principe Giorgio I accordò investitura a Guarimberto, del q.m Federico, per sè e pe’ suoi consorti, tutti chiamati nobiluomini di castello Tono; Vigilio di Bertoldo, Simone di Pietro e Filippino di Giorgio; la quale investitura fu rinnovazione di quella ampia che nel 1387 Alberto II rilasciò a Simone di Pietro di castello Tono risguardante tutti gli antichi feudi. (V. Bon. Monum.) Poiché l’attento e intelligente lettore il giudica da sè, m’astengo dal fare osservare che i Vescovi Principi, investendo i di Tono de’ castelli sopra nominati, accordavano loro anche il godimento dei beni stabili e dei diritti che a que’ castelli appartenevano. E non erano pochi.

Tutte le ricche famiglie, quando s’ebbero