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to, e molto meno in que’ tempi, ch’essi ebbero prima nella loro famiglia uomini d’ingegno, d’industria e di merito grande. Prova ch’essi erano assai doviziosi nel secolo duodecimo è, che presero l’ardita risoluzione di fabbricarsi un nuovo sontuoso castello, e che mandarono presto ad effetto il loro divisamento coll’edificare dai fondamenti il magnifico Belvesino.

Nel susseguito secolo decimoterzo, e precisamente nell’anno 1261, essendosi il vescovo Egnone, per le persecuzioni sofferte da Ezzelino da Romano e da proprj vassalli, ricoverato in Vigo, ricevette ivi a prestanza da Olderigo ed Enrico di Visiono ragguardevoli somme, sottoponendo egli a guarentigia le rendite vescovili di Sporo. Ciò leggesi in due scritture del notajo Federico di Fruzo, che sono conservate nell'archivio di Castelthunn. Questi due signori, detti di Visiono, erano membri della Casa di Tono. L’autore della tuniana genealogia afferma, ed ei poteva averne le prove alla mano, che una femmina di Visione, unica erede della famiglia di questo nome, si maritò in Enrico di Tono, il quale viveva nel 1230, e fu padre di Udalrico, Ottolino e Guarimberto. E il P. Bonelli trovò scritto che il menzionato Ottolino, figliuolo di Enrico, si appellava signore di Tono e di Visione. Il matrimonio di Enrico di Tono colla ereditaria