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tutto ove fosse la sua prima sede in questo nostro paese; la qual cosa diverrebbe pregiudiziale anche alla patria istoria, che resterebbe confusa e dubbia se non fosse chiaramente dimostrato quando, come, e per quali avvenimenti sieno così insolite rivoluzioni accadute.

I Signori di Tono, ch’ebbero forse in prima soggiorno nella terra Tono, perchè leggiamo esser eglino stati investiti de loco Toni, ed avere avuti servi homines de Tono, abitarono per lungo tempo il castello Tono. Ma divenuti ricchi e potenti, e moltiplicatisi grandemente, trovando anche incomodo abitare nel detto castello, il quale avrebbero dovuto ristaurare ed ampliare con gravi spese, non conseguendo mai di adagiarsi convenientemente, chiesero ed ottennero, sul finire del duodecimo secolo, dal Vescovo Principe di Trento Corrado II investitura di un colle, detto il Dosso delle vedute, per ivi edificare un ampio castello. Investivit, dice il documento, Albertinum et Manfredi num de Tuno, et Liutum de Marostega, istos recipientes nomine et vice sui; et vice Brunati, ac Petri et Adelperii, necnon Ottolini filii quondam Marsilii de supra dicto Loco Toni, et de Dosso visionum ad aedificandum Castrum. (Vid. Cod. Vang.). Il castello fu nel secolo decimoterzo condotto a compimento, e si appellò