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facile presumere della sua fedeltà dal lato eziandio della storia.
Il codice Vaticano e i due della Corsiniana, copie di copie, hanno avuto gradatamente alcune mutazioni di ortografia e di linguaggio, tanto che ogni men che esperto filologo può riconoscervi i sensibilissimi cangiamenti che si venivano succedendo nel dialetto romano; cangiamenti che si accettavano dagli amanuensi i quali, perchè ignari o presuntuosi, adottarono pur copiando i nuovi modi di dire imposti dalle successive modificazioni del linguaggio. Certamente anche il codice da me prescelto deve aver patito notabili mutazioni, facili a riconoscersi; sono queste peraltro di piccola entità in proporzione di quelle degli altri codici da me esaminati.
A chiarire alcuni punti di questa Cronaca ho creduto frapporvi poche noterelle storiche, non perchè io creda che i fatti a cui si accenna da Paolo dello Mastro abbiano bisogno di essere confortati di note, ma perchè trovandomi averle fatte per mio uso, ho dovuto cedere alla vanità di stamparle. I lettori vorranno perdonarmi questa colpa, e voglia Dio che sia la sola da me commessa nella presente pubblicazione.