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ergevasi piramidale, quale quadrato, quale circolare, quale a forma d’edicola, quale a modo di grande ara. Vi son di quei d’un solo ordine, altri ne han due, alcuni ne contano tre compresavi la camera sotterranea. Parecchi sono stati inalzati alla memoria di un solo, molti per le mortali spoglie d’intere famiglie. Similmente vario n’è stato l’uso che alcuni han contenuto sarcofagi altri poi olle cenerarie. Di tanta varietà di sepolcri, e di variate epoche ci appresta a dovizia a contemplarne lo scavo dell’Appia. Ma a specificare alcun che dei tempi della Repubblica libera debbonsi ricordare dei nuclei di sepolcri tuttor coperti al piè di basamenti di belle modanature, con intorno rinvenutivi capitelli di vario ordine, pezzi di trabeazione, coronamenti pulvini ed altri architettonici ornamenti perfettamente eseguiti in pietre locali albana e tiburtina. Fra i molti mirabili avanzi di tali monumenti è da ricordarsi un bellissimo fregio in pietra albana decorato di putti sostenenti degli encarpi di fiori e frutta con patere e pulvini aventi nella fronte una testa di Medusa, e nei fianchi ornati di fogliami e di papaveri. Egregio lavoro per virtù grande di disegno e di esecuzione come per vaghezza del mitico concetto argomento a nobili interpetrazioni. Questo ci richiama alla memoria i bei rosoni e triglifi del sarcofago di Scipione Barbato, meta a cui erano sorte le arti nel finir del quinto secolo di Roma, ma il nostro scavo ha dato delle sculture ancora più antiche aventi minor pregio di condotta e di disegno. Dei tempi suddetti pari in bontà di stile è un frontone con sue antefisse, capitelli d’ordine corintio, basamenti di bellissime sagome al posto, il tutto eseguito nella pietra tiburtina, fra le quali cose debbesi specialmente lodare il soffitto d’una cella con grande rosone nel mezzo ad altri minori nei triangoli formati dal rombo iscritto nel rettangolo. La costruzione de’ nuclei i grandi parallelepipedi e le modanature in pietra albana e tiburtina, l’antica etrusca forma assegnano alla stagione repubblicana, forse per la vastità della mole in tempo posteriore de’ suddetti, i grandi circolari monumenti, che ripieni di terra dovean terminare con un tumulo a forma di monte, ove vi avranno verdeggiato degli alberi, come sappiamo che fosse del mausoleo d’Augusto di simil foggia descrittoci da Strabone. Degli ultimi tempi repubblicani, dell’epoca augustana de’ buoni tempi e di quei della decadenza, vi sono molti monumenti fra i preesistenti e i discoperti. Altri innalzavansi a più ordini essendo stati vestiti d’ogni maniera di marmoree decorazioni, altri sono costruiti d’ottima cortina e della migliore opera reticolata, e molti d’imperfetta cortina che trae ai tempi della decadenza. Fra gli ornamenti di marmo rinvenuti, fu la fortuna propizia nel darci un coronamento d’alto edificio di finissimo intaglio con altri ragguardevoli frammenti, sì che di esso si potrà fare un fedele ristauro. V’ha un circolare sepolcro che somministrò ammirabili frammenti di marmo greco, onde si potrà facilmente dimostrare quale sia stata la sua decorazione per i vari pezzi del fregio ornato con grifi con vasi con suo architrave e molti frammenti della copertura adorna di squamme, il cui ristauro sarà sommamente pregevole per esser d’esempio a molti altri di simil genere. Similmente un’ altro circolar monumento è stimabile per quantità di frammenti che ha dato, essendo essi di squisito lavoro, e sono pezzi di fregio ornato di bucrani, festoni di foglie di lauro, molti pezzi di basamento della cornice, e de’ frammenti della porta in marmo. Maraviglioso sarà restaurato che sia questo edificio. Queste sono le maggiori cose di architettoniche decorazioni mentre molte altre d’inferiore stile sono state rinvenute ancor esse stimabilissime per la storia dell’arte. Passando alle statue che ornavano i sepolcri diremo varie essere state le scoperte, tutte panneggiate pel maggior numero acefale; fra le quali merita d’essere sommamente lodata la statua trovata in un colombaio scolpita in marmo greco rappresentante il ritratto di Pompea Atzia sposa di T. Didio Euprepe come lo mostra il titolo scritto nella base in cui era incastrata. Essa è di altezza naturale gentile di bellissima taglia i cui nudi sono eseguiti con mirabile grazia e morbidezza, il partito de’ panni è disposto a maraviglioso effetto mentre è condotto con maestria sorprendente. Tutto ci fa stimare de’ tempi d’Augusto, questo insigne ritratto dell’infelice giovane spenta nel fior dell’età. Questa statua sarà quanto prima collocata a decorare il museo vaticano, non essendosi stimato conveniente che con le altre rimanesse esposta sul luogo tanta perfezione di scultura. Sono stati anche trovati vari bassorilievi altri con cinque altri con tre figure di vario stile ed ottimamente conservati; fra i quali è ricordevole quello che porta la protome d’una sacerdotessa d’Iside già posto nel suo monumento ristaurato. Molti sono gli scoperti ritratti tutti pregevolissimi, e specialmente alcuni di buona esecuzione certo di distinti personaggi aventi in fronte sulle ciglia e sulle gote l’altezza del pensiero e la profondità del sentimento del popolo principe della terra. In fine per tacer d’altre cose ricorderannosi delle grandi olle marmoree con entrovi ancora le ossa, are di stile greco ornate di figure ai lati, ossuari con in fronte gli scritti nomi ed ai lati scolpiti animali. Molte sono state le iscrizioni sepolcrali rinvenute a’ pié de’ monumenti, e se la fortuna non è stata propizia nel darci alcun nome famoso, molte pur sono state tali da meritare il commento del ch. sig. conte Bartolomeo Borghesi saggio sommo in antichità al cui nome non v’ha pari l’elogio. Sull’antiche iscrizioni ci limiteremo ad osservare che l’Appia può arrecare grandi vantaggi alla paleografia, che dà molla luce all’epoche dell’iscrizioni, presentandone tanti e variati esemplari da non potersene rinvenire altrove. Quivi ammiransi degli informi caratteri impressi in pietra albana traenti alle forme arcaiche degli antichi tempi repubblicani, e quindi se ne vede migliorare la forma nei tempi posteriori scolpiti nella tiburtina e si osservano le migliori sagome degli ultimi tempi repubblicani in marmo e le bellissime dell’epoche dell’arti fiorenti, come col decadere di esse si scorgono scadere le forme de’