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periodica all’estero, e dal ritorno degli abitanti di alcuni nostri Comuni, chiamativi dall’esercizio d’arti e mestieri, fra i quali principale è quello della metallurgia. In proposito al che è da notarsi il privilegio esclusivo competente ai comunisti di alcune nostre terre per l’ammissione al facchinaggio nei porti di Genova, Livorno e Venezia, che serve ad accrescere la massa di quella infima bensì ma assai numerosa classe di viaggiatori sulla quale, giusta le seguite pubblicazioni, l’esperienza ha dimostrato doversi contare assai pei profitti delle strade ferrate. Come del pari non ommetteremo di rammentare essere fra noi moltiplicato assai questo movimento di persone dal possedimento fondiario in quantochè il nostro comprende anche molti preprietarj di domicilio estraneo alla Provincia nostra; avendovi nel suo territorio pertiche 253,298 che appartengono a 6,733 estimati abitanti in altri paesi del Regno, pertiche 24,658 possedute da 83 individui d’altre Provincie dell’Impero Austriaco, e pertiche 5,554 di proprietà di forestieri; nel tempo istesso in cui molti abitanti del territorio nostro posseggono grandiose quantità di beni fondiarj nelle provincie limitrofe. E citeremo pure altre importanti circostanze che influiscono nel medesimo senso l’essere cioè una gran parte della provincia nostra soggetta pel regime spirituale ad altre Diocesi (a quelle di Milano, di Brescia, di Cremona) e viceversa l’estendersi la giurisdizione della Diocesi nostra a paesi d’altre vicine provincie non che l’amenità dei luoghi che alletta grandemente i visitatori, e l’interesse che ispira il nostro suolo per gli studj della Storia naturale, attesa la copiosa e svariatissima quantità di produzioni che racchiudono nel proprio seno i nostri colli e le nostre alpi. Le quali cose tutte insieme riunite fanno sì che la Città nostra sia una delle più vantaggiose per l’Impresa dei velociferi, e delle Diligenze, anche pel grandioso trasporto di numerario, causato dal giro commerciale della nostra piazza.

Quanto poi alla sorgente di guadagno derivante dal trasporto delle merci, osserveremo dover bene la Società della strada ferrata calcolare non solamente sulle nostre esportazioni (che sono ben vistose attesa la di sopra notata estensione delle nostre produzioni di seta, di ferro, di pannilani, e d’altri oggetti) ma ben anco sui prodotti che noi richiamiamo dal di fuori, i quali ammontano alla grandiosa somma di circa ventiquattro milioni di lire Austriache, comprese le importazioni dei bozzoli, delle sete e delle lane inservienti alle nostre manufatture ed al nostro traffico. Nè parlando delle esportazioni sono da trascurarsi affatto quelle benchè secondarie, che vanno ognora più ampliandosi, di parte dei nostri vini resi oggidì assai squisiti e ricercati per fabbricazione perfezionata; e di castagne delle nostre valli, e pesche eccellenti delle nostre colline e pianure: come pure l’invio al di fuori di molte assai accreditate nostre confetture, e la diffusione di varii attrezzi ed utensili di legno che forma non piccola sorgente dell’industria manufatturiera della nostra Valle Imagna.

Che se poi si guarda alla estensione delle comunicazioni, grandissima è l’importanza del paese nostro. In proposito a che è da citarsi lo stradale della Valle Camonica, il quale abbrevia di molte miglia il cammino verso Bormio appiè dello Stelvio, quando venga resa meglio carreggiabile, come se n’ha oggi speranza, la strada d’Aprica. Tale accorciamento poi sarebbe anche molto maggiore ove potesse un giorno rendersi carreggiabile il passo del non malagevole Montacolo, già anch’esso attualmente praticabile ai pedoni ed al bestiame. Oltrechè questo stradale della Valle Camonica offre la opportunità di un facile transito per comunicare col Tirolo e più oltre colla Germania, dalla parte del Tonale senza le difficoltà grandissime, e in alcune stagioni insuperabili, opposte dalla natura lungo altre vie montane.