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Giuliano aspettò, tremando verga a verga; poi:
— Ma ora.... ora.... — tentò di mormorare.
— Ora.... — rispose con uno stridore soffocato Drollino. E avventò, ergendo il capo, una sola parola: — Genova!
Atterrito, annientato, il Duca chinò la testa. Vacillava come un giunco mosso dal vento.
Drollino, passato l'accesso, continuava:
— Ora, sarebbe morta, forse.... quando lo avesse saputo.... E lei, signor Duca.... ha preso Mia.... Allora mi sono ricordato, e volevo che Mia fosse la causa.... Ma ho visto la Duchessa, e sono venuto....
Non potè proseguire; un secondo impeto di tosse gli mozzava quell'aspro filo di voce. Allora, nell'accesso stesso sbattuto dallo sforzo dello schianto rantoloso della tosse, ma tenendo sempre Giuliano sotto il fascino spietato del suo sguardo, Drollino lasciò andare il fazzoletto, e sollevando la mano, come un giudice che condanna inesorabilmente, alzò un dito.