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gazzotto insolente, facevano apposta a non lasciarlo giungere sino ai cavalli, lo canzonavano quando egli pretendeva dar pareri.

Drollino si rodeva (forte dei suoi bricioli di esperienza), del suo acuto istinto d’osservazione. Pensava a fuggire definitivamente. Aveva un certo progettino; voleva, un giorno o l’altro, rubare un cavallo e poi scappare, andarsene nella pianura illimitata. Capiterebbe Dio sa dove, ma intanto avrebbe un cavallo suo, proprio suo, tutto suo! Cristo!... che cosa!.... avere un cavallo suo!

Quando Drollino non ardiva allontanarsi soverchiamente dalla casa nuova gironzava pel giardino e bene spesso scavalcando un muricciuolo, capitava nel viale. E così fu che s’imbattè varie volte colla Milla occupata ad ammonticchiare le castagne d’India, cadute dagli alti piantoni. Dapprima, sgomentato, fuggiva come se vedesse la versiera; poi s’era fermato a guardare, poi un sorriso della Milla gli aveva dato il co-