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stringendo le palme, barcollando ogni tanto come sotto l'influenza d'un principio d'ubbriachezza. Un momento, sentì che non stava più in piedi.... e cercò di reggersi, brancolando, come se fosse al buio.
Un grido soffocato gli uscì dal petto: — Mia! povera Mia!
Sulle sue gote brune, schizzò una lagrima. Ma subito, come sotto un soffio ardente, asciugò.
Si gettò bocconi sull'erba. Era appena fuori del giardino. La villa era bellissima a vedersi, ancora immersa nel bacio mattiniero del sole, cinta di verdura, colle lucide persiane inverniciate di recente.
Egli mordeva l'erba, digrignando i denti furiosamente. Ma a un tratto si calmò. Il suo sguardo fisso, teso, si spingeva nell'interno della camera della Duchessa.
La finestra del terrazzino era aperta, si vedevano passare pel vano le teste delle cameriere in faccende. La brezza entrava curiosa, molle, agitando