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Milla come per Mia, sarebbe stato capace di tutti i sacrifizi. L'ora della lezione era diventata per lui la più bella ora del giorno; l'aspettava ansiosamente, ma pure non senza un certo vago, nuovo timore, che a lui, così impavido, riesciva inesplicabile. Se a Milla, per esempio, succedesse qualcosa?... se cadesse?... se si facesse male?...
Gli accadeva, certe volte, di dover frenare un tremito quasi doloroso, quando serrava sullo stivaletto inglese della Duchessa la fibbia della staffa, o quando, dandole la briglia, le sua dita s'impigliavano fra quelle della signora. Certe volte, gli venivano delle strane idee; nella sua mente si combinavano certe insensate ipotesi. Se, per esempio, i loro cavalli, prendendo subitamente il morso fra i denti, fuggissero di conserva, e così a rompicollo li portassero lontano lontano.... in un sito d'onde non si potesse far ritorno...; se Mia s'impennasse, ed egli potesse salvare la Duchessa.... magari anche, morendo per lei!...