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dimostrata al marito, riesciva a scongiurare il pericolo, mentre il marito, subito ravveduto, avvertiva in quella lotta stessa e per la prima volta il valore morale di sua moglie. La rivale, vinta e schernita, s'allontanava, e il trionfo della moglie e della morale si affermava incontrastato. Tutto questo era molto gentilmente descritto nella calma sassone d'un nitido volume della Tauchnitz edition.
A vent'anni (tanti ne aveva Milla, Duchessa Lantieri), un libro è bene spesso una voce autorevole, una specie di suggeritore intimo, col quale l'immaginazione fervida non tarda a mettersi in rapporto. Nella sua ingenua ammirazione per l'eroina del libro, la nostra Milla attinse un'ispirazione che le parve un'ammirabile misura preventiva. Nel terrore d'un pericolo, che pure non esisteva al momento, essa trovò il coraggio strano, inverosimile di scendere deliberatamente a incontrarlo. Con un'audacia imprudente, in un accesso di temerario ardire, cagionato da un timore