Pagina:Melli - La filosofia di Schopenauer.djvu/24


— 9 —

lore universale, sono valide per tutte le coscienze; ed è l’insieme di queste funzioni e leggi unificate e personificate da colui che dicendo Io oppone se stesso a tutto ciò che è conoscibile, quello che costituisce il soggetto conoscente di cui parliamo (la coscienza in genere, l’unità sintetica dell’appercezione di Kant).

Il soggetto così inteso, avverte Schopenhauer sin dalle prime pagine dell’opera sua, è il sostegno del mondo obbiettivo, la condizione costante sempre sottintesa di tutto ciò ch’è percepibile. Ogni individuo conoscente è questo soggetto, ma solamente in quanto conosce, non in quanto esso stesso è conosciuto come un oggetto. Il soggetto da una parte e l’oggetto dall’altra (la realtà conoscibile) sono le due parti costitutive del mondo fenomenale, inseparabili l’una dall’altra, perchè ognuna di esse non ha senso e non esiste se non in rapporto all’altra (I, 35 e seg. ed. Grisebach). Per cui com’è vero il dire: non v’ha oggetto senza soggetto, è ugualmente vero che non v’ha soggetto conoscente senza oggetti, non v’ha coscienza che non sia coscienza di qualche cosa: non sono due entità separabili l’una dall’altra in modo che una delle due venga prima o dopo dell’altra, o sia effetto o prodotto dell’altra; ma sono parti dello stesso tutto, e tutt’e due insieme, il soggetto e l’oggetto nella loro correlazione, costituiscono appunto il mondo dei fenomeni, il mondo come rappresentazione.

Quando dunque si dice che gli oggetti sono