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indagini che fece la commissione relativamente alle gravi accuse divulgate intorno agli amministratori della Colonia.

Il duplice scopo della Commissione, mercè l’alta competenza de’ suoi membri, fu in breve completamente raggiunto, così che nel novembre 1891 poterono presentarsi al Parlamento un’accurata e coscienziosa relazione intorno alla colonia, ed un rapporto sul contegno dei funzionari governativi nella stessa.

Gli studi, le considerazioni ed i giudizi esposti nella relazione possono riassumersi così:

1.° Che la nostra Colonia per le sue condizioni di clima e di suolo lasciava la speranza di potere nell’avvenire servire di sfogo ad una parte dell’emigrazione italiana, e dare sufficiente utilità di commerci e di produttività agricola e pastorizia, così da consigliarne il mantenimento e non l’abbandono.

2.° Che i confini più utili più sicuri e meno dispendiosi verso l’Abissinia erano quelli del Mareb-Belesa-Muna, verso il Sudan e verso l’Egitto quelli segnati dai protocolli 24 marzo e 15 aprile 1891, richiudenti uno spazio di circa 85000 kmq.

3.° Che per ottenere i maggiori risultati possibili dalla Colonia era necessario promuovere le relazioni commerciali col Sudan, garantire la sicurezza, costrurre opere produttive e stradali, istituire un governo civile, garantire la libertà e la giustizia, fare esperimenti agricoli, regolare la proprietà fondiaria, e facilitarvi la costituzione di una società agricola composta di contadini italiani proprietari.