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anche alle stesse tribù, che così si ritenevano più sicure e protette, fu possibile sottoporle a leggeri tributi che andarono a beneficio del bilancio coloniale.

Di pari passo colle riforme e colle istituzioni civili e militari procedevano gli esperimenti del commissario per la colonizzazione agricola, deputato Franchetti.

Questi iniziò gli studi ed impiantò sull’altipiano tre poderi agricoli sperimentali, ad Asmara, Godofelassi e Gura, conducendo seco dei coloni italiani e fornendoli dei mezzi necessari, e di direttive per ottenere da quei terreni vergini un’abbondante produzione.

Naturalmente tutte queste cure e tentativi fatti per dare stabile assetto alla colonia, sia nel campo civile, sia in quello militare, trovarono dei gravi ostacoli da vincere e delle difficoltà grandissime da superare, specialmente in riguardo all’impreparazione di ogni cosa, ed alla scarsità dei mezzi accordati dal Parlamento.

Il Consiglio di governo non fece buona prova, male accordandosi la divisione dei poteri in un ambiente tutto da ordinare, ove si richiedeva uniformità di vedute, di intenti, e di direzione; perciò fu in breve abolito; la colonizzazione agricola traversò dei momenti di grande sconforto, e l’ordinamento militare dovette ricorrere a ripieghi economici sia nel personale, sia nel materiale, riducendo nel 1891 a poco più di 6000 uomini tutte le forze regolari che erano dislocate nella vasta Colonia (Regio decreto 11 giugno 1891).