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Sebath quando seppe così disposto del suo dominio fuggì segretamente dal convegno di Ausen, recandosi a contrastarne il possesso e ad apprestare la difesa; Antonelli invece dovette ingoiare la pillola, e rassegnarsi alle disposizioni di Menelik.

Anche la delimitazione italiana secondo la linea Mareb-Belesa-Muna, voluta dal Governo e corrispondente allo stato di fatto, come accennava la convenzione addizionale, non potè effettuarsi per l’opposizione che trovò nei Ras e nel Negus; il quale, premendogli di ritirarsi al più presto dal Tigrè, si limitò a nominare dei delegati scioani che, insieme a Mesciascià, ad Antonelli e ad altri delegati da nominarsi dall’Italia, si accordassero circa i predetti confini. I delegati scioani ebbero l’intesa di concedere come linea di confini quella di Siket, con esclusione dell’Okulè-Kusai e del Seraè che erano già occupati e posseduti dai nostri; e per meglio riuscire nel loro scopo essi cercarono di invadere, con truppa armata, questa regione; ma ne furono impediti dai Delegati per l’Italia1, i quali non solo si opposero energicamente all’effettuazione di un tale disegno, ma non vollero neppure intraprendere alcuna trattativa che non avesse per base la linea del Mareb-Belesa-Muna; lasciando ogni cosa impregiudicata fino ad ulteriori pratiche da farsi presso Menelik.

Questi frattanto si ritirava frettolosamente



  1. Tra questi Delegati era il futuro eroe di Amba Alagi capitano Pietro Toselli.