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miglior frutto ricavato dalle nostre operazioni militari, segnò anche per allora il trionfo della nostra politica coloniale.

In poco più di quattro anni e senza gravi sacrifici di sangue e di danaro, l’Italia era riuscita ad occupare un posto importante ed un estesissimo tratto di costa del Mar Rosso, ad annettersi un’altra vasta regione dell’altipiano etiopico, e ad imporre il suo protettorato sopra tutta l’Etiopia, rimasta da secoli indipendente, oltrechè su altre località di minore importanza. In verità non v’era da lamentarsi1.

L’Italia approvò caldamente la politica del Crispi e fece buona accoglienza alla Missione etiopica che fu trattata regalmente.

Fu anche concesso a Menelik il prestito di quattro milioni; riconosciuto poi necessario di fare alcune aggiunte al trattato d’Uccialli, tra Maconnen e Crispi fu stipulato il 1° ottobre 1889 a Napoli una convenzione addizionale allo stesso, che rettificava i confini in base alle nuove occupazioni fatte dal Baldis-



  1. Sotto l’impulso del ministro Crispi e durante il suo governo l’Italia espandeva inoltre il suo dominio sul litorale africano dell’Oceano Indiano:
    Sulla fine del 1888 il Sultano d’Oppia Iussuf chiese la protezione dell’Italia che l’accordò con atto dell’8 febbraio 1889. Il 7 aprile di detto anno in seguito a negoziati col Sultano dei Migiurtini l’Italia ebbe la sovranità di tutto il territorio dal Capo Auad a quello Beduin; e nell’agosto successivo veniva in suo potere anche la Costa del Benadir.