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Tigrè gli si opponevano Debeb, Sebath, Kafel, ed altri capi che gli volevano togliere anche questo regno disputandoselo fra di loro, guerreggiandosi a vicenda e gettando il paese in completa anarchia.
L’ora propizia era giunta per l’Italia ed il generale Baldissera approfittando che il barambaras Kafel teneva a Keren un’attitudine sospetta di tradimento e di probabili connivenze con ras Alula, fece occupare per sorpresa questa città dalle truppe italiane condotte dal maggiore De Maio (2 giugno 1889) disarmandovi il Barambaras, che fu relegato ad Assab. Il 3 agosto successivo poi il generale in persona eseguiva l’occupazione dell’Asmara installandosi nell’antica residenza del Ras tigrino autore dell’eccidio di Dogali.
Tuttociò avveniva senza colpo ferire, sia per le misure di prudenza e di sicurezza prese dal generale Baldissera, che avevano prevenuto ogni possibile azione degli Abissini; sia perchè le popolazioni abissine stanche dall’anarchia e dagli orrori della guerra civile accoglievano i nostri come liberatori.
Mangascià frattanto che aveva potuto disfarsi a tradimento del suo rivale Debeb era riuscito specialmente coll’aiuto del suo fido ras Alula a prevalere sugli altri rivali e ad affermarsi capo del Tigrè.
Senonchè anche Menelik riconosciuto imperatore dalla popolazione e dal clero mandava come suo rappresentante a sottomettere questo regno il suo degiac e Seium, promettendo al Governo italiano di recarvisi egli stesso al più
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