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Egli aveva pensato di far sorprendere il traditore Debeb nel suo campo di Saganeiti, oltrechè per punirlo della sua recente defezione, anche per liberarne il paese su cui scorazzava, razziando, taglieggiando e vivendo di rapina; ed affidò l’incarico al capitano Cornacchia, che raccolte le sue forze di circa 400 basci-bouzuc a Uà, il 2 agosto 1888 mosse poi alla volta di Saganeiti seguito da altri 200 uomini irregolari sotto gli ordini di Adam Agà nostro capobanda.

Ma l’impresa andò completamente fallita, perchè Debeb, avvertito in tempo, potè sventare l’accerchiamento che gli si tentava, ed appostarsi in modo da sconfiggere il piccolo corpo di spedizione del capitano Cornacchia, il quale vi lasciava la vita unitamente ai tenenti Poli, Virgini e Brero e ad un centinaio circa dei nostri indigeni.

Questo nuovo evento doloroso sollevò tosto grandi clamori in Italia, ove specialmente tra i partiti estremi cominciò a determinarsi una forte corrente d’avversione contro la nostra politica coloniale; ma i gravi avvenimenti che succedevano intanto nell’interno dell’Abissinia lasciavano travedere tali speranze e vantaggi per l’Italia che anche i più malevoli dovettero tacere, per non turbare l’opera del Governo.

Mentre il negus Giovanni accampava contro gli Italiani, l’Abissinia era stata invasa dai Mahdisti, i quali dopo aver sconfitto a Debra Sin il Re del Goggiam, si spinsero fino a Gondar, distruggendola quasi completamente.