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occuparono Saati, sostituendovi un piccolo presidio egiziano ivi esistente, allora l’irritazione del Ras e quello del suo Sovrano si palesarono apertamente.
Al greco Marcopulo, segretario del vicegovernatore Izet Bey, recatosi all’Asmara per sollecitare il Ras a nome del Governo anglo-egiziano a mantenere la promessa di liberare Kassala, questi sdegnato rispose che non avrebbe mosso un passo se prima non fosse sgombro Saati che egli considerava terreno neutrale.
Questa località, oggetto di tante contese, era già stata occupata dagli egiziani nel 1866 quando si stabilirono a Massaua; essi vi tennero un piccolo presidio fino al 1876, dopo di che lo ritirarono in seguito alle gravi sconfitte subite a Gudda-Guddi ed a Gura. La rioccuparono quindi durante le trattative dell’ammiraglio Hevett, e la tenevano ancora presidiata quando vi si insediarono i nostri basci-bouzuc.
Trattavasi quindi di un territorio che come tutti quelli di confine tra l’Abissinia e le regioni limitrofe era di incerta e male definita giurisdizione, nel quale sempre era prevalso il diritto del primo occupante, o del più forte; ed il colonnello Saletta oltrechè da motivi politici, era stato consigliato ad occuparlo anche dallo scopo di voler premunire da una possibile sorpresa per parte degli abissini il villaggio di Monkullo importantissimo per la sua posizione e più specialmente pe’ suoi serbatoi di acqua che alimentano quelli della città di Massaua.