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fuori dei diritti nominali della Porta, effettivamente ivi scomparve.
Mentre l’Egitto era in preda alla rivoluzione interna, scoppiava nel Sudan l’insurrezione madhista.
Un certo Mohamed Ahmed figlio di un carpentiere di Dongola, dopo aver vissuto lunghi anni da anacoreta, ritirato nell’isola di Abba, sul Nilo Bianco, e di essere divenuto in fama per santità e dottrina, si annunziò Mahdi o profeta vaticinato di Maometto, e cominciò a predicare l’insurrezione, col programma di voler purificare la religione secondo le primitive leggi del Corano e di abbattere il dominio degli egiziani.
Il mal governo dell’Egitto aveva esasperato quelle provincie; le angherie ed i soprusi esercitati dalla maggior parte dei governatori egiziani, intesi solo ad arricchire ed a spremere balzelli, e la guerra mossa alla tratta degli schiavi unica sorgente di guadagno pei mercanti di quelle contrade, avevano creato nelle popolazioni un odio insormontabile.
Perciò il movimento Mahdista trovò terreno fecondo, ed attaccò facilmente, e rapidamente si allargò in modo formidabile.
Il Darfour il Kordofan ed il Sennaar vennero in breve tempo in potere del Mahdi, e le piccole guarnigioni egiziane sparse fra i due Nili, sopraffatte in tutti gli scontri erano massacrate o costrette a ripiegare su Kartum.
Lo stesso avveniva nella Nubia ove il luogo-