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Esercito. — L’esercito abissino in pace è formato da tutti i figli, servi e clienti dei capi militari, e da volontari che si aggregano all’uno o all’altro capo.

In tempo di guerra possono essere chiamati alle armi tutte le persone valide; in questo caso i capi di villaggi e tutti quelli di nobile famìglia sono anche capi militari; raccolgono le loro truppe e le conducono al luogo indetto per la riunione.

I soldati abissini hanno l’obbligo di portarsi dietro quel numero di razioni di vitto che viene stabilito dal Ras o dal Re, quindi sono provveduti con le riserve di questi o con le imposte nei luoghi di passaggio o con razzie. I soldati abissini sono sobrii, si nutrono di poca farina d’orzo, di dura di frumento che cuociono in borgutta, od anche di carne cruda essicata al sole; non hanno uniforme speciale, ma a seconda della loro condizione sociale portano lo stesso vestiario della popolazione.

La chiamata alle armi in casi di guerra generalmente si fa per mezzo di pubblico bando che fissa il giorno e l’ora, della radunata e col suono del negarit (specie di tamburo).

Le vettovaglie personali sono generalmente portate dai soldati stessi, dalle loro mogli e dai loro figli; quelle del Ras e del Re dai servi e dai quadrupedi. Dopo il Re il grado più importante è quello di Ras, comandante di un’armata, poi di Degiasmacc comandante della retroguardia; vengono poi il Cagnasmacc ed il Guerasmacc, comandanti delle ali di destra e sinistra, ed il Fitaurari comandante dell’avanguardia.

Questi sono grandi capi militari e generalmente hanno anche giurisdizione civile sopra un territorio od una provincia.

Vengono poi tutti i sotto capi detti Balambaras, Bascià, Turk bascià, ed altri che hanno speciali cariche nei seguiti militari cioè: Agafari (portinai), Asasc (capi di servi), Assalafi (maestri di casa).

Gli Scium sindaci dei villaggi assumono talora o l’uno l’altro dei gradi suddetti a seconda delle forze che co-