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sentativi nei quali gli elementi mussulmani fossero in maggioranza.

Questo movimento trovò largo favore nell’ufficialità e nella popolazione ed appoggio dalla Turchia. In breve Arabì fu portato dall’aura popolare alla carica di ministro della guerra, e dal Cairo poteva dirigere la rivoluzione: nelle città succedevano sommosse contro i cristiani e gli europei; la Porta preparava di soppiatto dei rinforzi, e si parlava già della deposizione del Kedivè.

Allora l’Inghilterra dopo aver sollecitato invano la Francia, ed inutilmente invitato l’Italia, che oppose un formale rifiuto, decise il suo intervento.

In seguito ad una sommossa avvenuta in Alessandria, nella quale furono uccisi alcuni cristiani, l’ammiraglio inglese Seymour nelle giornate 11 e 12 luglio 1882 la faceva bombardare dalla sua squadra, riducendola alla quiete; e poco appresso un grosso corpo inglese, sbarcando a Porto Said e ad Ismailia, preveniva i rinforzi della Turchia e prendeva alle spalle Arabi pascià, il quale nella giornata del 13 settembre successivo veniva sbaragliato e disperso con tutti i suoi a Tel el Kebir1.

Da quel momento l’Inghilterra, malgrado le invidie gelose delle potenze e le proteste della Turchia, stabilì e mantenne l’occupazione militare sull’Egitto che la rese effettivamente padrona di tutto il paese; ed ogni altra ingerenza delle nazioni europee, all’in-

  1. Arabì fatto prigioniero fu relegato nell’isola di Ceylan.