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A risolvere la penosissima questione dei confini, nel marzo 1897 fu mandato ad Adis Abeba una seconda volta il Nerazzini; ma senza frutti. Sulla fine dell’anno stesso vi andò poi il tenente colonnello Cicco di Cola che vi si trova tuttora e che tanto dal gabinetto Di Rudinì quanto dall’attuale di Pelloux, succeduto nel giugno 1898, avrebbe per missione speciale di indurre il Negus a considerare come stabile la predetta frontiera.

Morto in questo frattempo Ras Alula in seguito a ferita riportata in battaglia contro il vecchio Ras Agos dello Scirè, che vi rimase ucciso, Mangascià che non dava più alcun disturbo all’Italia, si risollevava contro Menelik, che sulla fine del 1898 mandò a domarlo e a spodestarlo, affidando l’incarico e la successione a ras Maconnen.

Il Ras già ritenuto tanto amico all’Italia, alla quale però ha fatto tanto male, ha avuto ragione di Mangascià ed al suo posto si è già installato a Capo del Tigrè.

Uno scambio di cortesie tra lui ed il Governatore della Colonia e di lettere tra Menelik ed il nostro Re fanno ritenere favorevolmente risolta la quistione dei confini secondo i desideri dell’Italia e del Parlamento.

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Intanto che tra l’Italia e l’Abissinia si svolgeva il periodo di trattative che dura tuttora, dalla parte del Sudan si compievano dei grandi avvenimenti.

I tristi risultati della battaglia d’Adua