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Salsa ritornò una terza volta presso il Negus per avere nuove condizioni di pace, ma questa volta oltre che ebbe a stentare assai prima di potersi abboccare con Menelik, già in ritirata presso Makallè, vi fu ricevuto in malo modo ed invitato a restituire anche il documento scritto e sigillato consegnatogli il giorno 16; e poichè egli ne era sprovvisto, fu trattenuto prigioniero e lasciato presso Mangascià.

Così le trattative di pace furono definitivamente rotte; e non rimaneva che da proseguire le ostilità.

Erano frattanto arrivate dall’Italia le truppe di rinforzo della divisione Heusch e gli ultimi 3 battaglioni e 3 batterie chieste da Baldissera, così che si aveva complessivamente nella Colonia una forza di oltre a 41000 uomini.

Baldissera pensò tosto alla riscossa e cominciò col provvedere alla liberazione di Kassala il cui presidio versava in tristi condizioni.

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L’invasione abissina, contro la nostra Colonia aveva determinato anche l’entrata in campo dei dervisci.

Fino dai primi di dicembre 1895 una missione tigrina spedita da Mangascià era andata a stringere accordo con Ahmed Fadil emiro del Ghedaref per spingerlo contro Kassala; e fin da quel tempo anche Osman Digma si agitava nella Nubia minacciando i nostri confini e le nostre tribù a nord di Kassala.

Le numerose piantagioni di dura che esistevano intorno a Kassala e specialmente quelle