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un credito di 140 milioni, in parte per soddisfare agli impegni assunti negli ultimi gravi momenti, ed il resto per provvedere alle esigenze della situazione. Il Presidente del Consiglio dichiarò inoltre che per conto suo era pronto a rinunziare definitivamente al Tigrè ed al protettorato etiopico, e tornò a ribadire il suo concetto antico di una politica coloniale di raccoglimento, lasciando anche intravvedere la possibilità di un prossimo abbandono di Kassala.

Queste dichiarazioni furono una pillola amara per quella Camera che poco prima aveva votato la guerra per la difesa ed il mantenimento del Tigrè; tuttavia il programma del Governo ed il suo credito furono approvati.

Il generale Ricotti, assunte con mano energica le redini della guerra, diede subito un grande impulso alle operazioni militari, e mentre sollevava gli animi sconfortati proclamando in pieno Parlamento che le truppe d’Adua avevano dimostrato ad esuberanza il loro valore, rimanendo per due terzi sul campo di battaglia, e dichiarando che egli si riterrebbe fiero di poterne comandare in guerra delle consimili, esercitava la massima severità verso il generale che le aveva condotte al disastro, sottoponendolo al giudizio di un Tribunale di guerra.

Frattanto il generale Baldissera era sbarcato a Massaua il 4 marzo e vi aveva appreso la terribile notizia della battaglia d’Adua, che gli lasciava una delle più tristi eredità: un corpo d’operazione quasi distrutto e cogli