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minacciato da tutte le parti, fu costretto a ripiegare disordinato verso Mai Maret, perdendo uomini e quasi tutto il carico. Nè alcuno aiuto potè quivi avere dal reggimento del colonnello Di Boccard, il quale dopo aver appresa la disfatta del corpo d’operazione essendo rimasto senza ordini e senza notizie del comando in capo, ed ignorando la via di ritirata dei superstiti, per evitare il pericolo di rimaner circondato e bloccato, verso le 12 del giorno 2 si era ritirato verso Adi Caiè.
Prima di compiere questo movimento il colonnello Di Boccard propose al maggiore Prestinari l’uscita dal presidio e l’abbandono del forte di Adigrat, per ritirarsi insieme; ma la proposta non fu accettata perchè, unanimente, il consiglio di difesa del forte e tutti gli ufficiali vi si dichiararono contrari, non volendo abbandonare i numerosi feriti ivi esistenti, che sarebbe stato impossibile di trasportare.
Nei giorni 3 e 4 del mese di marzo, la maggior parte dei superstiti, compreso il Comandante in Capo ed il generale Ellena, ferito, nonchè la colonna Di Boccard, ed il battaglione Ameglio proveniente da Adiqualà, ed il 17.° battaglione già distaccato a Barachit si concentravano ad Adi Caiè, donde veniva telegrafato all’Italia la notizia della tremenda catastrofe.
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La battaglia d’Adua fu uno dei più grandi fatti d’arme coloniali che sieno mai avvenuti.
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