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fuggenti, impegnando alcuni reparti del reggimento Nava.

Tuttavia si continuava a combattere strenuamente, specialmente sulla sinistra per parte del 2.° e del 9.° battaglione, del reggimento Brusati, e della batteria Loffredo. Quivi frattanto giungevano i rinforzi chiesti, cioè il grosso battaglione di Galliano, con circa 1150 fucili, e le due batterie a tiro rapido del maggiore De Rosa; ma mentre i battaglioni bianchi e le batterie si sostenevano eroicamente, e sul davanti i bersaglieri di Stevani facevano sforzi disperati di resistenza, il celebre battaglione indigeno di Makallè resisteva poco più di 20 minuti e poi si sbandava, lasciando i proprii ufficiali a morire sul Raio (ore 10 l/4 a 10 1/2).

Ignaro di quanto avveniva sul fianco e a tergo delle brigate, perchè l’aggiramento pronunciatosi rendeva difficili le comunicazioni fra i reparti, Baratieri chiedeva altri rinforzi alla riserva, ma potè solo ottenere 5 compagnie, cioè il 16° battaglione (Vandiol) ed una compagnia d’Alpini. Il colonnello Nava si pose bravamente alla testa di esse e le condusse ordinatamente combattendo verso la posizione di sinistra.

Ma questa frattanto si era fatta insostenibile. La disfatta già completa della brigata Albertone, verso le 11 1/2 aveva rovesciato contro le nostre posizioni un’altra massa nemica che premeva, assaliva ed avvolgeva da tutte le parti; nè gli eroici sforzi fatti dal 9° battaglione che rimaneva quasi distrutto e