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tutte le munizioni; e poscia lotta a corpo a corpo e non s’arresta e non li cede se non quando è rimasta quasi completamente priva d’ufficiali, di serventi e di quadrupedi.
Alle 11 1/2 la brigata Albertone era completamente disfatta ed i suoi avanzi laceri e scompigliati, privi del Comandante rimasto prigioniero in prima linea, e della maggior parte dei graduati, morti sul campo, seguirono le orme dei superstiti del battaglione Turitto verso il Raio e verso Saurià.
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Mentre la brigata Albertone sosteneva da sola l’urto delle masse scioane provenienti dalla conca d’Adua, intorno al Raio ed al Rebbi Arienni si stavano schierando le due brigate Arimondi ed Ellena.
Si è già detto che verso le ore 8 1/4 Baratieri aveva ordinato ad Arimondi di portarsi colla sua brigata per l’insellatura tra i monti di Belàh ed il Raio, ad occupare la testata di essa appoggiandosi alle alture laterali.
Questa piccola brigata disponeva soltanto di due battaglioni bersaglieri (reggimento Stevani) di due battaglioni fanteria (reggimento Brusati) e di una batteria di 6 pezzi (Loffredo), avendo già distaccato sui monti d’Esciascio il 4.° battaglione (De Amicis) e la compagnia indigeni del capitano Pavesi che non poterono più congiungersele, e non essendo allora ancora arrivata la batteria Franzini da Mai Maret assegnata alla stessa. Contava in