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e l’intrico degli avallamenti e dei declivii permette le avanzate al coperto, specialmente per truppe agili e di color terrigno come le abissine.
È questo, a brevi tratti, il territorio ove si svolsero le fasi dell’epica lotta.
La posizione prescelta da Baratieri per schierare la brigata Arimondi, fu la testata sud dell’insellatura tra il Raio e i monti di Belàh nonchè i fianchi dei monti stessi prospicienti verso la via di Adua.
La brigata Ellena venne invece disposta parte dietro il Raio e parte presso il colle Rebbi Arienni, in riserva.
Intanto che queste due brigate cominciavano ad eseguire il movimento ordinato dal comando in capo, laggiù oltre Addi Vecci e presso il colle Chidane Merot (tra questo monte e l’Amba Gususò) succedeva una lotta tremenda.
Il generale Albertone, quando si accorse che il 1.° battaglione (Turitto) si era avventurato nella conca di Adua e che si era impegnato colle truppe scioane, non stimò prudente di avanzare in suo aiuto, ma si dispose invece a sostenerlo, appostando la sua brigata sovra una linea di medie alture che guardano ad arco l’imboccatura del colle predetto a circa 2000 m. e che offrivano buone posizioni per l’artiglieria.
Questa (3 batterie con 14 pezzi in tutto) fu piazzata al centro; a destra dell’artiglieria prima l’8.° battaglione e poi il 6.°; a sinistra il 7.°. Alcune centurie indigeni e le bande furono spinte sui fianchi e sulle alture laterali al valico.