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fondo all’ampia valle di Mariam Sciavitù si nota un forte brulichio di Abissini che minacciano la destra italiana.

Allora soltanto, ed era già troppo tardi, essendo circa le 8 1/4, Baratieri si decide di schierare in battaglia anche le due brigate centrali.

Ad ovest di monte Raio, si eleva una secondaria diramazione montana detta dei monti di Belàh, che ha origine contro il fianco meridionale del Raio e presso le falde del monte Caulos, contrafforte del Semaiata, e dopo aver pronunciato un ampio dosso quasi di fronte al Raio mantenendosi da esso distante circa 400 m., si deprime e ripiega verso nord-ovest risollevandosi poi nel largo sperone Belàh già nominato, che va a terminare contro la via del Rebbi Arienni a circa 800 metri dal detto colle.

Nella depressione tra le due prominenze, passa un sentiero che dipartendo dal Rebbi Arienni conduce traversando verso Abba Garima ed Adua; altro sentiero scorre nell’insellatura tra la linea dei Belàh ed il Raio congiungendo i due colli laterali a questo monte, mettendo cioè in comunicazione la via principale del Rebbi Arienni che conduce ad Adua per la valle di Mariam Sciavitù, con quella secondaria passante a sud del Raio, per la quale la brigata indigeni si era avanzata contro il nemico.

L’insellatura tra il Raio e la diramazione dei Belàh si apre vasta ed elevata verso sud e sud-ovest, dominando la via proveniente da Adua e i fianchi nord-ovest del monte Caulos;