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guenze che potevano derivare dall’enorme distacco ormai evidente di quella brigata, non seppe o non volle determinarsi a richiamarla in fretta sotto al Raio, od a farvela ripiegare gradatamente, combattendo ma senza esporsi troppo, e mantenendo il contatto del nemico, ciò che si era ancora in tempo tanto di ordinare, quanto di eseguire, e che avrebbe probabilmente attirato il nemico ormai impegnato, sotto le forti posizioni del Raio e dei due colli adiacenti, donde colle altre tre brigate fortemente appostate e schierate e munite di poderose artiglierie, sarebbe stato certamente soffermato e respinto.
Ma a questa decisione risoluta che avrebbe potuto trarre vantaggio anche dal disvio della brigata indigeni, Baratieri preferì per qualche tempo di aspettare che la situazione si rischiarasse.
Egli prima attribuì le fucilate a qualche pattuglia o centuria spintasi troppo avanti e non vi diede grande importanza; poscia quando s’accorse che il rumore delle fucilate si faceva più vivo ed insistente, piuttosto che pensare a delle misure di prudenza e di sagacità, facendo ritirare la brigata indigeni, preferì mandargliene un’altra in soccorso, e, ciò che è peggio, la diresse male.
Erano circa le 6 3/4 quando Baratieri chiamò Da Bormida e gli diede ordine di avanzare sulla destra per dar una mano ad Albertone.
Certamente l’avanzata anche isolata della brigata Da Bormida, quantunque assai arri-