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in avanguardia, il quale, alla sua volta essendosi spinto un pò troppo avanti, penetrava pel colle Chidane Meret fino quasi nella conca d’Adua, dove urtava cogli avamposti nemici.
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Baratieri giungeva al Rebbi Arienni verso le ore 6; e v’incontrava il suo capo di stato maggiore colonnello Valenzano ed il Generale Da Bormida che erano preoccupati per non aver trovato il contatto della brigata Albertone. Però, sebbene dall’inconveniente già successo nella marcia e dalla grande mobilità delle truppe indigene, quella brigata dovesse ritenersi piuttosto avanti che indietro delle altre, ciò parve impensierire poco il Comandante in capo, che si limitò a mandare messi ed esploratori in giro per rintracciarla, senza ordini positivi di farla retrocedere alla posizione designata.
Se non che tutto ad un tratto mentre è intento a riconoscere il terreno intorno al colle, gli giunge all’orecchio un lontano crepitio di fucilate in direzione sud-ovest, che tradisce una distanza di oltre 5 chilometri almeno e che fa dubitare di uno scontro della brigata Albertone col nemico.
Questo primo indizio di lotta che fa palpitare tanti cuori e che richiama i pensieri e gli sguardi di tutti verso la sua direzione, mentre fa più vive le ansie intorno alla brigata indigeni non riesce a provocare disposizioni risolute dal Comandante in capo.
Egli non prevedendo i pericoli e le conse-