Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 228 — |
difficile e tortuosa che da Saurià tra Addi Cheiras e Zattà conduce al colle a Sud del Raio stesso.
La riserva col Comando in capo seguirono la colonna centrale, partendo dall’accampamento un’ora dopo.
Ma dopo la mezzanotte, occorse a turbare l’ordine di marcia un improvviso disvio della brigata indigeni, la quale nel percorrere una strada tortuosa e difficilissima venne a trovarsi in testa alle due brigate centrali obbligandole a soffermarsi per più di un’ora e mezzo.
Albertone, fu sollecito a rimettersi nella buona via, ma nell’accelerare il passo per disincagliare le altre due brigate, perdette il loro contatto e non lo potè più riacquistare.
Avvenne così che alle tre e mezzo circa la brigata indigeni venne a trovarsi a sud del Raio, nella posizione detta da Baratieri colle Chidane Meret, completamente isolata dalle altre due che appena allora riprendevano la marcia.
Su quel colle maledetto, che non si sa ancora come si nomini, si maturò la causa principale del disastro.
Quivi Albertone sostò per circa un’ora, aspettando invano sulla destra l’arrivo della brigata Arimondi, che era ancora molto indietro; poscia impressionato dal proprio isolamento, poco illuminato dallo schizzo inesatto e dall’ordine mal concepito, attenendosi alle informazioni di guide che affermavano essere il colle Chidane Meret ancora più avanti di circa 7 Km. in direzione di Adua, finì per avanzare colla sua brigata verso quella volta.