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puto la sua sostituzione, si sarebbe assolutamente astenuto da ogni iniziativa personale per rimettere con gioia il comando e le gravi responsabilità che lo accompagnavano nelle mani dell’amico e suo superiore in anzianità, al quale era già stato sottoposto altre volte e sotto il quale, esercitando il comando più modesto di comandante di divisione, avrebbe cooperato anche in seguito alla difesa della Colonia, sia ripiegando se ne era il caso, sia seguendolo all’attacco se egli lo ordinava, per vincere o cadere coi compagni d’arme.

Ciò non ostante per taluni il dubbio è rimasto ancora ed è alimentato dalle considerazioni seguenti.

Sebbene il Ministero avesse mantenuto il più rigoroso segreto intorno alla nomina di un nuovo Comandante in Africa, la notizia correva già nella bocca di tutti, circolava già nella Colonia e tra le stesse truppe raccolte a Saurià, e da parecchi giorni l’Agenzia Reuter che aveva abbonati a Massaua l’aveva telegrafata, nominando come successore il generale Pelloux; negli ultimi giorni poi a Massaua stessa erano giunte lettere e telegrammi dirette al generale Baldissera. Ritengono i dubbiosi che una notizia così importante non potesse rimanere occulta e che con qualsiasi mezzo di corrispondenza confidenziale, o convenzionale sia pervenuta all’orecchio del generale Baratieri.

Comunque sia avvenuto, resta il fatto che alla sera del 29 febbraio 1896, Baratieri emanava alle sue truppe l’ordine seguente, corredandolo di un apposito schizzo.