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I telegrammi con cui l’onorevole Crispi rimprovera Baratieri dell’avanzata scioana su Ausen, della sorpresa di Seetà e di Alequà e con cui annunzia l’invio dei mortai per sloggiare i nemici dalle loro posizioni ed anche alcuni altri, manifestano bene spesso il vivissimo desiderio e si direbbe quasi l’impazienza febbrile del Ministro nel successo, ma non contengono una sola parola che possa anche menomamente forzare la volontà del Comandante in capo, che è lasciato giudice opportuno de’ suoi movimenti e delle sue mosse ed al quale non è prefisso che lo scopo finale da conseguire.

Con ciò non si viene ad escludere relativamente all’esito della campagna, la responsabilità politica spettante al Governo, la quale come si disse già, gli derivò piuttosto dallo stato di impreparazione politica e militare in cui trovossi l’Italia allo scoppio della guerra e sopra tutto dall’aver avuta e mantenuta fino all’ultimo la fiducia nel generale Baratieri.

Alcuni invece ritennero allora e ritengono ancora oggi, che Baratieri siasi deciso all’attacco per essere venuto a conoscenza della nomina del nuovo Governatore, quantunque da Roma e da Massaua si fosse impedito con sommo rigore la trasmissione telegrafica di tale notizia.

Baratieri durante il suo processo svoltosi poi a Massaua e nel suo libro posteriore di Memorie respinge con isdegno la terribile accusa, che infatti non si potè comprovare da alcuno; anzi egli afferma che se avesse sa-