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e di scissioni nel suo esercito per allettare e trarre in inganno Baratieri, promettendo perfino un premio a chi lo avesse indotto all’attacco; ed il Generale italiano che per tanto tempo aveva saputo temporeggiare con lode, frenando gli impeti della sua ambizione, domando gli scatti per le patite offese, resistendo alla spinta dei capi dipendenti e delle truppe anelanti alla battaglia ed ai desideri del Governo e della patria che aspettavano una vittoria, dopo aver tentennato alquanto, ed anzi predisposto un’altra volta e poi abbandonato pel mattino del 28 febbraio un principio di ritirata, finì per prestarsi al gioco dell’avversario, deliberando fatalmente di muovere all’attacco.

Che cosa era avvenuto? Perchè questo repentino cambiamento di vedute, d’intenti e di mosse?

Il generale Baratieri giustificò la fatale sua risoluzione colle seguenti ragioni:

1.° Le informazioni avute intorno al nemico affermavano concordi che Menelik e Taitù eransi recati ad Axum con molti seguaci; che molte truppe si erano allontanate da Adua per far razzie, ed altre eransi già messe in viaggio per ritornare allo Scioa; che erano scoppiati dei dissidii fra i capi e che il Re del Goggiam e ras Oliè avevano dichiarato che in caso di battaglia non si sarebbero battuti.

2.° Intorno a Saurià dopo la rientrata di Stevani, Valli e Oddone coi loro reparti, si erano nuovamente concentrate le maggiori forze


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