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cessaria ritirata, senza una grande vittoria, lo umiliava davanti a Mangascià ed agli altri capi, il 23 febbraio per mezzo del suo valoroso ras Gabejù detto il leone di Amba Alagi, mandò 12000 uomini a puntare verso il Mareb e il Seraè.

Quivi i piccoli posti italiani distaccati da Adiqualà ripiegano, il forte di Adi Ugri s’apparecchia alla resistenza ed i coloni di Godofelassi spaventati rifugiansi all’Asmara. Ma la mossa di ras Gabejù era una finta.

Il 24 Baratieri rifattosi audace, mentre spedisce ai confini del Seraè il V battaglione indigeni e le bande locali, egli con 14 battaglioni e 6 batterie eseguisce una dimostrazione offensiva versa Adua, e ras Gabejù, come se non avesse avuto a tergo chi lo potesse difendere dall’esser tagliato fuori, dopo aver gettato il panico nel Seraè, si ritirò ancora su Adua.

Baratieri lo ritenne un successo; e poichè frattanto il colonnello Stevani il 25 batteva bene a Mai-Maret un grosso corpo di ribelli di ras Sebath, uccidendogliene parecchi, e poichè in seguito all’arrivo del reggimento Di Boccard all’indomani in questa località, tanto i battaglioni di Stevani, quanto quello di Valli ed altri reparti poterono rientrare a Saurià, riportando il corpo d’operazione a circa 20.000 uomini, con 50 cannoni, non si parlò più di ritirata.

Frattanto in Italia le vicende della guerra destavano le più grandi preoccupazioni. Le defezioni delle bande e i fatti di Seetà ed Alequà sollevarono malumori e critiche spie-