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tanto dopo alcuni giorni, mediante sforzi sovrumani e col consumo di una gran parte della riserva raccolta in Adigrat.
Le condizioni del vettovagliamento stavano appunto per migliorare, quando avvennero le defezioni di ras Sebath e di Agos Tafari che dovevano tanto danneggiarle.
Da Adigrat a Saurià la linea di rifornimento toccava il colle di Seetà guardato da pochi uomini del Chitet, e quello di Alequà, poco lungi dal quale a Mai Mergaz era stato impiantato un servizio di tappa comandato dal capitano Moccagatta che disponeva di circa 370 uomini (232 bianchi 138 indigeni).
Nella notte del 13 al 14 febbraio i ribelli tigrini si gettarono per sorpresa sul piccolo posto di Seetà riescendo ad impadronirsene.
Saputosi questo dal comandante del forte di Adigrat, tenente colonnello Ferrari, vennero mandati alla riconquista del colle due drappelli l’uno di 70 uomini agli ordini del tenente Cisterni, e l’altro di 36 comandati dal tenente De Conciliis; e quindi anche il capitano Moccagatta da Mai Mergaz mandava contro Alequà, minacciato dai ribelli stessi, i tenenti Cimino e Negretti l’uno con 100 indigeni e l’altro con 70 bianchi; e vi s’aggiungeva il tenente Caputo con alcuni soldati di una carovana in ritorno.
Nei giorni 15 e 16 questi reparti furono sconfitti ai due colli rimanendo feriti e prigionieri il De Conciliis, e il Cimino, morto il Negretti, e ferito gravemente il Caputo, che moriva pochi giorni dopo; e rimanendovi pure