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finta e tratteneva a bada il duce italiano nel davanti, fece deviare il grosso dell’esercito dirigendolo a nord ovest verso Ausen per le valli del Mai Dongolò e del Selek, obbligando poi l’avanguardia ed il predetto battaglione a retrocedere ed a secondare il movimento del grosso, coprendone il fianco destro contro la posizione di Adagamus, che veniva così tagliata fuori ed aggirata.

La sfilata dell’esercito scioano su Ausen eseguita con tanta astuzia, e con tanta malafede verso i reduci di Makallè, fu un movimento strategico riuscito. E sebbene esso fosse pericoloso, perchè effettuato traversando regioni dominate dai contrafforti meridionali di Adagamus, di Amba Guructo e di Amba Sion ed a soli 35 Km. dal nostro corpo d’operazione, Baratieri non seppe o non potè approfittarne.

Il suo contegno in questa circostanza gli fruttò le critiche di molti; e si suppose perfino da taluni che egli si sia astenuto da qualsiasi mossa offensiva, per patto giurato inerente alla liberazione del battaglione Galliano, o per riguardi alla sua incolumità.

Escluse queste supposizioni che sono inattendibili per la conoscenza ormai completa dei patti predetti, e per l’imperiosa e suprema necessità di non compromettere le sorti di un intero esercito per riguardo ad un solo battaglione, resta il fatto che molto probabilmente, se Baratieri, scendendo in tempo per la valle del Selek, avesse attaccato il fianco del nemico durante la sua marcia difficile e disordinata e ingombra di donne di salmerie e di